5 film, 5 ricette per raccontare il mondo.
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LEZIONI
RETROGUSTO 2024 – 10ª EDIZIONE
Cinque film, cinque storie oniriche, fantastiche, retoriche o drammaticamente reali che si innestano perfettamente al nostro tempo e a temi come la sostenibilità ambientale, lo sfruttamento delle risorse, l’annullamento della biodiversità, lo spaesamento sociale e la crisi dei valori e dell’economia, che negli ultimi anni sono diventati drammaticamente urgenti e che sono particolarmente cari a Slow Food.
Quest’anno la rassegna che abbina i sapori della nostra terra, alle immagini della settima arte affinchè si esaltassero a vicenda, compie dieci anni. E non c’è modo migliore per celebrare Retrogusto se non ricordando e ricordandoci che il mondo è uno e che abbiamo il dovere di preservarlo. Mai come in questi ultimi anni, in cui ancora patiamo gli effetti della pandemia, dell’isolamento e delle tragiche conseguenze del cambiamento climatico, abbiamo sperimentato come sia essenziale impegnare ognuno di noi al cambiamento.
E che i valori universali del rispetto dell’altro e dei luoghi che ci ospitano, dell’amore, della condivisione, della pace tra i popoli sono i cardini della nostra esistenza su questa Terra. Abbiamo voluto quindi raccontare questa nuova epoca di stordimento, disagio e aridità dei terreni e dei sentimenti attraverso cinque pellicole che parlano della nostra variopinta e spietata umanità innestate in un mondo in procinto di sgretolarsi.
Lo abbiamo fatto con la difficile e drammatica transizione tra passato e impietoso progresso che miete (letteralmente in questo caso) le vite e i terreni della famiglia Solè di Alcarras (7 marzo) e con la disperazione e l’incrollabile perseveranza del coreano naturalizzato negli Stati Uniti Jacob che vuole portare a termine il suo american dream (Minari, 21 marzo).
Ma c’è ancora posto per la speranza e l’amore. Ce lo insegna il maestro dell’animazione Miyazaki con il suo Castello errante di Howl (14 marzo) e ce lo dice Pier, protagonista del film Non morirò di fame (4 aprile), che saprà ricostruirsi lavorando e dando nuovo sapore agli scarti, così come saprà dare nuovo sapore alla sua vita.
E che nessuno si salva da solo ce lo conferma ancora una volta Virzì che riesce a intravedere amore e speranza anche nella catastrofe e nella profonda miseria umana raccontate in Siccità (11 aprile). E’ questo che vuole essere Retrogusto, un’occasione di riflessione e di conoscenza per vivere con maggiore consapevolezza il nostro tempo e il nostro spazio.